Catania: preso pericoloso pregiudicato

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Nella tarda serata di ieri, personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Catania, nei confronti del pregiudicato PAPPALARDO Filadelfo, (cl.1972), già sottoposto al regime della detenzione domiciliare per reati in materia di armi.

L'uomo è gravemente indiziato dei reati di tentato omicidio aggravato, detenzione, porto illegale di arma clandestina e ricettazione.

Il fermo giunge al termine delle indagini della Squadra Mobile catanese sul tentato omicidio in pregiudizio di PISTONE Francesco, detto Franco (cl.1962), già condannato per il reato di associazione mafiosa quale appartenente al clan Laudani, commesso la sera dello scorso 15 gennaio. Gli investigatori, infatti, hanno acquisito univoci e concordanti elementi di reità nei confronti del PAPPALARDO, tali da consentire alla Procura di emettere il decreto restrittivo.

Si tratta della "gambizzazione" avvenuta lo scorso giovedì nel centro di San Giovanni La Punta, a seguito della quale i poliziotti della Squadra Mobile di Catania hanno effettuato una perquisizione domiciliare presso l'abitazione del pregiudicato puntese PAPPALARDO Filadelfo, già individuato quale possibile autore del ferimento.

L'atto di polizia giudiziaria, a cui è stata data esecuzione il sabato successivo al fatto di sangue, si è reso necessario poiché sussisteva il fondato motivo di ritenere che il Pappalardo, benché affetto da una grave patologia che lo costringe alla sedia a rotelle, detenesse delle armi.

La perquisizione, tuttavia, ha data esito negativo per ciò che concerne le armi; ciononostante, l'attenzione degli operatori della Squadra Mobile si è incentrata su due sacchi per la raccolta di rifiuti riposti all'interno dell'abitazione, al cui interno si rilevava la presenza di indumenti ed un forte odore di alcool.

Insospettiti, con l'ausilio di personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, i poliziotti della Mobile hanno svuotato i citati sacchi, traendone uno scaldacollo di colore nero tagliato in varie parti, un paio di jeans tagliati e un cappellino di colore nero recante una scritta bianca anch'esso tagliato.

Inoltre, memorizzata nello smartphone del PAPPALARDO, è stata trovata un'immagine fotografica, inviata ad un profilo "Whats App" il pomeriggio del 15 gennaio, che lo vedeva indossare un giubbotto sportivo di color azzurro chiaro, con la parte superiore più scura, compatibile, secondo le prime ricostruzioni dei fatti, con quello indossato dall'ignoto autore del tentato omicidio di PISTONE.

E del resto il PAPPALARDO non ha saputo fornire spiegazioni plausibili circa il posto dove poteva trovarsi al momento della sparatoria.

Orbene, tutti gli indumenti ritrovati in casa del Pappalardo apparivano compatibili con quelli utilizzati dall'ignoto killer che, intorno alle ore 19.30 del 15 gennaio, aveva esploso colpi d'arma da fuoco all'indirizzo di Franco PISTONE.

Atteso che la dimora del PAPPALARDO si trova a breve distanza dal luogo teatro del fatto di sangue, personale della Squadra Mobile ha visionato le riprese di un impianto di video-sorveglianza collocato nella strada ove insiste l'abitazione del pregiudicato: dalle immagini registrate, si notava un individuo dalla corporatura snella, percorrere correndo la citata via in direzione di viale della Regione per poi ritornare, pochi minuti più tardi, con fare meno spedito, in direzione dell'abitazione del predetto PAPPALARDO.

L'individuo indossava un giubbotto, un paio di jeans, un cappellino e delle scarpe ginniche, queste ultime compatibili con quelle indossate dal PAPPALARDO all'atto della perquisizione.

Le attività investigative, coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, hanno permesso di acquisire un grave quadro indiziario nei confronti del PAPPALARDO il quale, condotto negli uffici della Squadra Mobile, nel pomeriggio di ieri, dopo aver reso spontanee dichiarazioni confessorie, in serata le ha confermate nel corso di interrogatorio reso al P.M. della Procura Distrettuale della Repubblica, specificando che all'origine del gesto vi erano ragioni di carattere personale legate alla sua relazione con una donna.

Il predetto PAPPALARDO, deciso a commettere il delitto, per superare il suo handicap fisico aveva assunto un consistente quantitativo di morfina che gli ha consentito di deambulare per recarsi, con un'arma che deteneva illegalmente a casa, sul luogo ove sapeva trovarsi il PISTONE ed esplodere al suo indirizzo diversi colpi d'arma da fuoco.

L'arma da fuoco, una pistola cal.7,65, è stata recuperata e sottoposta a sequestro.

Espletate le formalità di rito, PAPPALARDO è stato associato presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.

22/01/2015
Parole chiave:
fatti del giorno - catania