Doping per la "sgambata domenicale", 34 denunciati a Ragusa

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CiclistiMettere a repentaglio la propria salute per fare bella figura con gli amici nell'uscita domenicale in bicicletta o nella garetta tra dilettanti.

Questo è quello che faceva buona parte dei 34 indagati in stato di libertà ai quali la Squadra mobile di Ragusa ha notificato l'ordinanza della locale Procura della Repubblica, al termine dell'operazione "Finti atleti".

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di aver acquistato, detenuto, ricevuto, trasportato, offerto o venduto a terzi, farmaci o sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell'organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche. Tutti reati previsti dalla legge n. 376 del 14 dicembre 2000, la cosiddetta legge antidoping. Dieci le perquisizioni effettuate a casa di alcuni atleti dilettanti. Gli sport interessati erano prevalentemente il ciclismo, ma anche l'attività podistica e il body building.

Tra gli indagati anche alcuni presidenti di squadre dilettanti che in occasione delle gare favorivano la cessione dei medicinali vietati.

Operazione Una vicenda assurda che ha avuto un inizio altrettanto assurdo; infatti, l'attività investigativa è cominciata in seguito alla denuncia alla Procura della Repubblica di un ciclista della domenica, stanco di essere umiliato dai compagni d'uscita che secondo lui facevano uso di sostanze proibite. Denuncia molto dettagliata, con nomi, indirizzi, quantità e tipologia di farmaci utilizzati dai "finti atleti". Per questo la Procura ha subito delegato alla Squadra mobile l'indagine per verificare le accuse.

Durante l'investigazione, i poliziotti hanno effettuato numerose intercettazioni telefoniche e ambientali e sequestrato centinaia di confezioni di sostanze dopanti e medicinali, utilizzati impropriamente per alterare le prestazioni fisiche.

La Mobile ha scoperto così che alcuni indagati si dopavano per affrontare gare dilettantistiche, mentre altri solo per migliorare le loro prestazioni durante le uscite domenicali con gli amici. Cosa, questa, che ha reso l'indagine ancora più complicata perché non gareggiando, non erano obbligati a sostenere i controlli antidoping.

Gli indagati si rifornivano da altri atleti dilettanti che facevano uso delle sostanze dopanti o da negozianti specializzati in vendita di biciclette che vendevano illegalmente. Tra i fornitori anche un infermiere di Ragusa che si occupava di procacciare medicinali senza ricetta e in molte occasioni allestiva un ambulatorio per permettere agli "amici" di fare delle flebo con micidiali cocktail di farmaci.

L'indagine ha permesso di individuare chi faceva uso delle sostanze dopanti per partecipare alle competizioni sportive riconosciute dal Coni, chi procurava le sostanze, chi le vendeva o le custodiva prima delle gare.
Nelle conversazioni telefoniche tra acquirenti e fornitori veniva utilizzato un linguaggio in codice, che variava a seconda degli interlocutori: il meccanico parlava di ricambi per auto, il falegname di parquet, l'idraulico di tubi, il tabaccaio di sigarette.

Le indagini hanno poi permesso di estendere l'attività investigativa a soggetti di altre province, infatti i denunciati sono 19 della provincia di Ragusa, 9 di Siracusa, 5 di Catania e uno di Reggio Calabria.

L'epilogo dell'indagine c'è stato nello scorso fine settimana, con gli agenti della Squadra mobile che, in collaborazione con i medici ispettori federali del Coni, hanno effettuato controlli durante due manifestazioni sportive.

Sabato 8 agosto sono stati controllati sette partecipanti alla dodicesima "Coppa S.S. Salvatore", gara ciclistica per dilettanti, mentre domenica 9 l'antidoping è scattato per alcuni partecipanti alla maratona denominata "Alla Filippide". Tutti controlli "ad hoc" perché gli investigatori sapevano già chi controllare.

La Procura antidoping, ultimate le indagini di laboratorio sulle urine degli atleti, procederà a segnalare alla Squadra mobile di Ragusa gli atleti positivi che saranno poi denunciati e processati per frode in competizione sportiva.

Sergio Foffo

10/08/2015
Parole chiave:
doping - ragusa - squadra mobile