Poliziamoderna@Giffoni45: Astragal con il bianco e nero ci riporta alla Francia Anni '50

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Astragal

Il terzo film in concorso per la sezione Generator +18 è stato Astragal, film francese del 2015 di Brigitte Sy. Tratto da una storia vera, il film racconta di Albertine, una diciannovenne evasa di prigione dove stava scontando una condanna per rapina. Scavalcando un muro di cinta la ragazza si rompe un osso del piede, l'astragalo che dà anche il nome al film. La notte della sua evasione viene soccorsa da Julien, un latitante che la conduce con sé a Parigi aiutandola a nascondersi. I due iniziano una relazione, ma questa è ostacolata da diversi problemi, una precedente relazione di lui, la necessità di entrambi di fuggire dalla polizia.

Il film è in bianco e nero e da un punto di vista tecnico è stato girato come se ci trovassimo davvero a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo in cui ha luogo la storia. Questo aspetto si riflette anche nel montaggio che ricorda gli stilemi della Nouvelle Vague: lunghe riprese, particolare attenzione sui primi piani, silenzi e tempi molto dilatati.

La storia affronta innanzitutto il tema spinoso dell'immigrazione post-bellica e la sottile linea di demarcazione fra legalità e illegalità. Vediamo poi come Albertine nel suo percorso di crescita si trovi ad affrontare diverse difficoltà, a partire dalla necessità di prostituirsi per sopravvivere, nonostante l'amore profondo che la lega a Julien; un amore fino a quel momento sconosciuto e struggente che fa più male di quel piccolo ossicino del piede che la costringe a zoppicare. Ma Albertine zoppica anche nella vita, saltando da un posto all'altro e potendo liberarsi delle sue preoccupazioni trovando sollievo in un diario nel quale scrive a se stessa e al suo amore.

Pur avendo un gusto vintage il film affronta anche temi attuali come l'amore saffico tra lei e Marie, donna e complice che ha amato prima di Julien.

Le reazioni in sala, da parte dei giurati sono state diverse, buona parte ha apprezzato il film e si è lasciata coinvolgere, altri non sono riusciti a seguire il filo della narrazione a causa di un montaggio non consueto che lasciava spazio anche a salti temporali non sempre facili da seguire.

Stefano Di Luccia
Sara Formisano

21/07/2015
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