Frosinone: fermata organizzazione di spacciatori, 52 gli indagati

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Con l’operazione Fireworks la Polizia di Stato e l’Arma dei carabinieri, questa mattina, hanno eseguito 52 misure cautelari nei confronti di appartenenti ad un’organizzazione criminale che a Frosinone gestiva lo spaccio di droga.

A conclusione dell’indagine, iniziata nel 2014, a finire agli arresti sono state 43 persone, mentre tre hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, quattro l’obbligo di dimora con divieto di espatrio e due il divieto di dimora.

L´operazione, a cui hanno preso parte 350 uomini, unità cinofile antidroga ed elicotteri, prende il nome dall´uso dell´organizzazione di "reclamizzare" la vendita dello stupefacente attraverso l´accensione dei fuochi pirotecnici che, visibili a distanza, segnalavano la disponibilità di droga.

Il tutto si svolgeva nel complesso edilizio noto con il nome di “Casermone”. (Video)

Lì, all’interno di una delle scale, gli spacciatori avevano realizzato un vero e proprio punto vendita. L’accesso era vietato ai “non addetti” alle cessioni della droga e le vedette erano pronte a dare l’allarme in caso di arrivo delle Forze dell’ordine, gridando frasi convenzionali: “Carmela” per indicare l’arrivo della Polizia e “Nerone” per indicare l’arrivo dei Carabinieri.

Altri appartenenti all’organizzazione avevano il compito di “accogliere” gli acquirenti, per indirizzarli verso il punto vendita, noto come “finestrella” in quanto lo scambio droga/soldi avveniva attraverso una fessura realizzata nel vetro blindato di una piccola finestra, al pian terreno della tromba delle scale.

A completare la piramide organizzativa, vi erano i “capi turno” addetti a sovrintendere alla piazza di spaccio; altri associati, invece, erano incaricati di custodire lo stupefacente e preparare le dosi per la vendita.

Il supermarket della droga era aperto 24 ore al giorno, ogni giorno della settimana, con turni lavorativi che permettevano di realizzare anche 40 mila euro al giorno.

Durante le varie perquisizioni i poliziotti hanno sequestrato diversi “fogli di servizio”, in cui erano descritti i turni settimanali, i ruoli e i compiti di chi doveva svolgerli.

A completare la “disciplina” dell’organizzazione vi erano le consegne scritte a cui gli addetti ai ruoli operativi dovevano attenersi.

La violazione di tali regole comportava sanzioni disciplinari, che andavano dalle semplici multe, con decurtazione dello “stipendio”, alla sospensione temporanea dal “servizio”, fino alla sanzione più grave consistente nell’espulsione dal gruppo criminale, con conseguente perdita dei lauti guadagni.

Di contro, per chi svolgeva compiti operativi, erano previsti dei premi di produzione di 100 euro, che si aggiungevano allo stipendio fisso, qualora nel turno fossero stati totalizzati guadagni che superavano i 10 mila euro.

Per garantirsi una sorta di tolleranza da parte degli inquilini del "casermone", gli associati provvedevano a piccole "spese sociali" come ad esempio un supplemento di illuminazione delle parti comuni, salvo poi distruggere quegli stessi lampioni quando si aveva il sospetto che le perquisizioni e i sequestri operati dalle Forze dell’ordine fossero il frutto di "spiate".

La caparbietà del gruppo criminale era tale che, nonostante i ripetuti blitz della polizia giudiziaria, nel corso dei quali venivano abbattute e rimosse tutte le protezioni del punto vendita con l´ausilio dei Vigili del fuoco, gli spacciatori puntualmente ricostituivano le blindature per poter ricominciare le vendite in tutta sicurezza.

Nel corso delle indagini sono state sequestrate 300 dosi di stupefacente oltre a pistole, carabine e munizioni di vario tipo.

La piazza di spaccio del casermone serviva in media oltre 500 consumatori al giorno, provenienti anche da fuori Provincia per i prezzi "concorrenziali". 

07/12/2016