Aborti clandestini per giovani prostitute a Pescara

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Si erano associati per sfruttare giovanissime rumene ma questa mattina sono stati arrestati dalle Squadre mobili di Pescara e Chieti. Sono 10 persone, italiane e rumene, finite in carcere.

Un altro complice è agli arresti domiciliari mentre, per due altri componenti della banda, il Gip ha stabilito l'obbligo di presentazione alla Polizia.

La zona sud di Pescara rappresentava il territorio controllato dalla banda di sfruttatori che costringevano le giovani a rapporti sessuali anche non protetti; le ragazze, in almeno due casi documentati, sono state costrette ad aborti praticati clandestinamente.

Le pressioni psicologiche e fisiche venivano esercitate, in modo asfissiante, sia dai vertici dell'associazione che dai livelli intermedi; questi ultimi erano rappresentati da prostitute più "anziane" che istruivano le meno esperte su abbigliamento, atteggiamenti e linguaggio da utilizzare con i clienti.

I capi invece imponevano la posizione sul marciapiede, la durata delle prestazioni e gli orari di lavoro.

Con qualunque condizione di tempo e per moltissime ore, le prostitute erano costrette a vendersi per assicurare agli arrestati il massimo profitto.

Il denaro guadagnato veniva in larga parte spedito in Romania.

Alle fasi conclusive delle indagini, durate più di un anno, hanno partecipato anche gli agenti del Reparto prevenzione crimine di Pescara.

Sergio Foffo

09/02/2015
(modificato il 31/01/2019)