Immigrazione: a Modena arrestato "Lambrusco" e i suoi compari

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Ci risiamo: solo quattro giorni fa L'Aquila, oggi Modena. Si moltiplicano le operazioni di polizia che mettono fine ad associazioni per delinquere, specializzate nella gestione dei flussi migratori per finti lavoratori stranieri.

Sono sei le persone arrestate e nove quelle denunciate dalla Squadra mobile di Modena per associazione per delinquere, volta a favorire l'ingresso illegale di stranieri in Italia.

L'opzione "Decreto flussi"

Niente barconi della speranza in balia del mare, niente scafisti violenti ed assassini. Il sistema per raggiungere il sogno europeo era semplicissimo: bastavano 10 - 15 mila dollari ed il problema si risolveva con una rete di "specialisti" insospettabili.

Operazione "Lambrusco"

A Modena funzionava così: un pachistano, che si faceva chiamare da tutti "Lambrusco", forse per la sua passione per l'eccellenza enologica della Città, individuava il numero di lavoratori stagionali stabiliti dai decreti flussi. Un suo complice, in Pakistan, stilava la lista dei futuri "lavoratori" che in realtà aspiravano solo a raggiungere il nostro Paese e, da qui, varie nazioni del Nord Europa.

Ottenuti i nominativi il gioco era fatto: un consulente di aziende agricole trovava gli imprenditori compiacenti disposti ad assumere fintamente i lavoratori asiatici; più spesso, all'insaputa dei titolari delle aziende, forniva i dati e i documenti falsificati a nome del titolare stesso.

Individuate le aziende "disposte" ad assumere, alcuni dipendenti di federazioni di impresa di Modena si preoccupavano della gestione telematica della richiesta di soggiorno temporaneo per lavoro e la pratica finiva in prefettura. Si calcola che nel giro siano state coinvolte almeno 40 aziende agricole della Provincia.

Una rete internazionale

Una volta sistemati i documenti in Italia, il complice di "Lambrusco" in Pakistan, India e Bangladesh avviava, nelle ambasciate e nei consolati Italiani, le pratiche per la partenza dei migranti.

Tutto apparentemente regolare: dopo il comodo viaggio in aereo, quasi nessuno delle migliaia di indiani, pakistani, bangladesi entrati con questo sistema ha mai fatto un giorno di lavoro; sono diventati subito dei senza nome in Italia o, approfittando del permesso di soggiorno temporaneo, hanno raggiunto altri Paesi europei valicando regolarmente i confini italiani.

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03/12/2013
(modificato il 06/12/2013)