Palermo: falsi matrimoni per permessi di soggiorno

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I poliziotti della sezione "Criminalità straniera e prostituzione" della Squadra Mobile di Palermo, in queste ore, stanno traendo in arresto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Palermo dr. Piergiorgio Morosini su richiesta dei PP.MM. dr. Calogero Paci e d.ssa Daniela Varone, 14 persone resesi responsabili di vari reati che vanno dall'associazione a delinquere, al favoreggiamento ed all'ingresso illegale nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari, in numero superiore a 5 dietro pagamento di un corrispettivo in danaro mediante la celebrazione di matrimoni fittizi.

Cinque degli arrestati dovranno rispondere oltre al reato di favoreggiamento dell'ingresso illegale di cittadini stranieri anche di associazione a delinquere e per questo andranno in carcere mentre i restanti nove andranno agli arresti domiciliari. I reati sono stati commessi in Palermo ed in altre parti del territorio nazionale ed in quello del Regno del Marocco, a partire dal mese di novembre del 2007 sino al mese di novembre 2009.

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Palermo iniziavano allorquando un cittadino marocchino si presentava presso l'Ufficio Immigrazione della Questura di Palermo per formalizzare il proprio ricongiungimento familiare con la coniuge palermitana, Cocuzza Rosa. Nella circostanza, lo straniero presentava copia dell'atto di matrimonio, celebrato in Marocco, tradotto e legalizzato dal Consolato Generale d'Italia con sede a Casablanca. Tuttavia, emergevano dei dubbi sulla reale fondatezza dell'atto matrimoniale e soprattutto sulla reale convivenza dei predetti coniugi, tanto da indurre il personale operante a richiedere al cittadino extracomunitario di ripresentarsi presso quegli Uffici, questa volta insieme alla consorte Cocuzza Rosa. Tali dubbi, peraltro, venivano confermati da ulteriori accertamenti, che permettevano di verificare come Cocuzza Rosa, agli atti del Comune di Palermo, risultasse essere già coniugata con altri due cittadini marocchini. Non sfuggiva, inoltre, come un altro cittadino marocchino, nel mese di dicembre 2008, avesse già inoltrato presso i medesimi Uffici una richiesta per il rilascio della carta di soggiorno, in ragione del dichiarato coniugio con la citata Cocuzza Rosa; in tale contesto, il cittadino marocchino aveva dichiarato di convivere con Cocuzza Rosa.

I successivi accertamenti facevano emergere che la Cocuzza non convivesse con il marito marocchino, essendo stata constatata l'assenza dei predetti coniugi dal domicilio indicato ed avendo dichiarato la Cucuzza stessa di non essere più in contatto da tempo con il cittadino marocchino. Nel frattempo, nel giugno del 2009, si ripresentava presso l'Ufficio Immigrazione di Palermo il cittadino marocchino allo scopo di definire la pratica del rilascio della carta di soggiorno, il quale, appreso della contestazione formale e del conseguente diniego del rilascio del titolo di Polizia, e ritenendo di essere stato in qualche modo "raggirato", decideva di denunciare la persona che lo aveva coinvolto in tale situazione. L'uomo, preliminarmente, ammetteva che il matrimonio contratto con Cocuzza Rosa fosse falso e che fosse stato da lui voluto al solo fine di ottenere il permesso di soggiorno in Italia per motivi familiari.

Raccontava che, nell' agosto del 2008, mentre si trovava a Casablanca, attraverso un mediatore conoscente apprendeva dell'imminente arrivo in quel luogo di una cittadina italiana disposta a contrarre matrimonio con un marocchino, al costo di circa 4000,00 euro, aggiungendo che la donna sarebbe venuta accompagnata da un altro suo amico italiano a cui sarebbe stata consegnata parte dei soldi richiesti. L'uomo accoglieva la proposta del connazionale e, nel pomeriggio del giorno seguente, incontrava in un "caffè" l'uomo italiano Questi, che si era presentato al denunciante col nome di Mirko, specificava che l'operazione si sarebbe conclusa al costo di 7000,00 euro, escluso il compenso di 500,00 euro appannaggio del "tramite" marocchino. Il matrimonio veniva fissato per il mese di agosto 2008 e proprio quel giorno Mirko pretendeva ulteriori 2000,00 euro, occorrenti per la "traduzione dell'atto di matrimonio".

A quel punto l'indagine veniva affidata alla Squadra Mobile palermitana che, allo scopo di riscontrare le dichiarazioni rese dal denunciate, avviava un'attività di analisi del traffico telefonico delle principali utenze in uso agli indagati, L'esito di tali accertamenti consentiva di acclarare l'attendibilità del racconto e di acquisire ulteriori elementi di prova che permettevano di individuare una organizzazione composta da cinque individui tutti palermitani, un uomo e quattro donne, dedita alla sistematica pianificazione di matrimoni tra cittadine italiane, specificamente palermitane, e cittadini marocchini, aventi pieni effetti civili e quindi sufficienti a far ottenere un permesso di soggiorno ai contraenti il matrimonio.

A capo dell'organizzazione vi era un cittadino palermitano, vero e proprio artefice del business del " falso matrimonio" che, grazie ad un fitto reticolo di complicità e conoscenze, localizzate dai poliziotti anche in Marocco, riusciva ad entrare in contatto con le vittime marocchine, animate dal desiderio e dalla necessità di regolarizzazione in Italia. E' stato stimato che, per ogni matrimonio pianificato, la singola vittima arrivasse a pagare oltre 10.000,00 euro.

A due delle quattro donne arrestate veniva anche contestato il reato di bigamia, dal momento che le stesse hanno contratto, rispettivamente, tre e due matrimoni con uomini marocchini.

02/12/2011
(modificato il 13/01/2014)
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