Caffè e cocaina nel bar del paese, 14 spacciatori in manette

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Droga sequestrata dalla PoliziaUna birra piccola o grande, una janga (bianca in dialetto), sono i codici usati dai tossicodipendenti di Cassano all'Ionio, in provincia di Cosenza, per ordinare una dose di droga direttamente alla cassa del bar; dopo aver pagato uscivano dal retro, dove trovavano uno spacciatore che consegnava loro lo stupefacente.

Gli agenti del commissariato di Castrovillari hanno arrestato questa mattina 14 membri di un'organizzazione di pusher che avevano escogitato l'originale metodo di distribuzione, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Sequestrate più di 200 dosi di cocaina ed eroina, pronte per essere vendute, nonché bilancini di precisione e materiale per tagliare la droga.

Gli arresti sono avvenuti al termine dell'operazione "Street market" (mercato di strada), durata oltre 14 mesi, che ha preso l'avvio da un referto medico per overdose inviato alla polizia dall'ospedale di Castrovillari. Superata la crisi, il tossicodipendente è stato interrogato dagli uomini del commissariato, ai quali ha confessato di aver acquistato la droga al bar.

Il locale commerciale è stato posto sotto controllo con alcune telecamere, piazzate dagli agenti, che hanno permesso di far emergere il modus operandi e l'organizzazione della banda.

I tossicodipendenti, che arrivavano da tutta la provincia, andavano direttamente alla cassa del bar per ordinare la droga, che gli veniva consegnata all'uscita posteriore. Per avere l'eroina bastava ordinare una birra, grande o piccola in base alla quantità, oppure una "janga" per la cocaina.

Oltre alle immagini gli agenti hanno raccolto intercettazioni telefoniche ed ambientali, che hanno portato all'identificazione di tutti i membri dell'organizzazione, alcuni dei quali imparentati con il clan camorristico degli zingari, egemone nella zona.

Tra gli arrestati, molti dei quali con precedenti penali, anche due donne: la cassiera del bar e la contabile del gruppo criminale, che, in base alle scorte, decideva anche quando effettuare altri acquisti all'ingrosso, che venivano effettuati nella zone di Corigliano e Rossano, in provincia di Cosenza. Per ordinare la cocaina venivano richieste delle "balle di fieno".

Gli spacciatori erano organizzati in turni, in modo da essere sempre presenti nell'esercizio commerciale che era aperto anche di notte; in questo modo riuscivano a vendere una media di 70 dosi al giorno, che costavano dai 20 ai 25 euro l'una, per un giro d'affari di quasi 50 mila euro al mese.

30/03/2011
(modificato il 01/04/2011)
Parole chiave:
droga - spaccio - Cosenza