Roma: tentano un furto in stile "soliti ignoti"

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Una delle tecniche più usate per i furti ai bancomat è quella del "buco". Il foro viene in genere praticato in un ambiente vicino per arrivare nel locale della cassaforte. La tecnica permette di "lavorare" con relativa tranquillità, lontano da occhi indiscreti e soprattutto avendo un tempo d'azione più lungo di altre tecniche.

Il preambolo è d'obbligo per spiegare la preparazione del "colpo" di un gruppo di affiatati pregiudicati romani, per impossessarsi del contenuto di un bancomat interno ad un istituto di cura. La scelta dell'obiettivo, verosimilmente, è da ricondurre al fatto che i bancomat in strada sono video-sorvegliati e dotati di allarmi. Il gruppo, per garantire il buon esito dell'operazione, ha frequentato la struttura della clinica ed ha ripartito i compiti tra i componenti per agire con precisione. Il loro capo non ha tuttavia previsto che gli investigatori del Commissariato di Tivoli, diretto dal Dr. Alfredo Luzi, erano già sulle loro tracce, avendo studiato e sorvegliato i movimenti del gruppo, che si spostava sempre con una costosa jeep.

Nei panni di finti pazienti, i poliziotti hanno presidiato la struttura della clinica di Monte Mario, in attesa di cogliere il momento del "colpo". Sabato scorso, il gruppo, camuffato da "operai" con tute e valigia degli attrezzi per passare inosservati agli occhi del personale della sicurezza della clinica, hanno raggiunto il "punto X". Hanno aperto un varco nel controsoffitto e passando per il condotto dell'aria condizionata, sono penetrati all'interno della camera riservata al carico dello sportello bancomat. Gli agenti del Commissariato di Tivoli e della Squadra Mobile, dopo aver notato l'arrivo della solita jeep nel parcheggio della clinica, hanno seguito i movimenti del gruppo. Il gruppo è stato sorpreso dopo poco mentre si accingeva a "sfidare" la corazza della cassaforte, ben rifornita per i prelievi del fine settimana.

Le manette si sono strette così ai polsi dei fratelli G.G., 48 e G.R. di 39 anni, e di M.V., 45enne, probabile "capo" della banda. Che il capo fosse M.V., gli investigatori lo hanno confermato dopo aver perquisito la sua abitazione a seguito dell'arresto. Infatti, nel portico della sua villetta il pregiudicato aveva una cassaforte simile a quella delle gioiellerie, utilizzata per addestramento e allenamento, proprio come quella di "Dante Cruciani" nel film "I soliti ignoti".

25/02/2011
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