'Ndrangheta: presi i componenti del clan Bellocco

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Operazione di Polizia A Rosarno (Reggio Calabria), stamattina, la Squadra mobile reggina ha eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere a altrettante persone affiliate al clan Bellocco della 'ndrangheta.

Gli arrestati sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni. All'interno dell'operazione sono stati sequestrati beni mobili e immobili, attività commerciali, conti correnti, società e autovetture per un valore di alcuni milioni di euro.

I provvedimenti hanno riguardato anche Carmelo Bellocco, uno dei capi dell'omonima cosca mafiosa. Il boss, al quale l'ordinanza è stata notificata in carcere perché già detenuto, ha svolto un ruolo di direzione e organizzazione delle attività criminali della cosca. Oltre a lui anche altre 4 persone coinvolte nell'operazione erano già detenute.

È stato anche arrestato anche il nipote del boss, Antonio Bellocco.

Il clan colpito oggi dall'operazione della Polizia di Stato, estende il suo potere, oltre che a Rosarno, anche in tutta la piana di Gioia Tauro. Gli interessi spaziano dal traffico degli stupefacenti e delle armi, alle estorsioni e all'usura. Ma una delle principali fonti di ricchezza, secondo quanto emerso dalle inchieste, resta l'infiltrazione nell'economia locale attraverso il controllo e lo sfruttamento delle attività portuali. Il controllo dei container e delle merci nel porto calabrese è un affare così redditizio che ha permesso alle famiglie mafiose locali di dividersi, senza grosse rivalità, tutte le attività.

Gli interessi criminali arrivano fino al nord Italia, tanto che le indagini sono state condotte proprio in collaborazione con la Squadra mobile di Bologna. A luglio scorso infatti erano stati fermati nel capoluogo emiliano alcuni affiliati alla 'ndrangheta che avevano realizzato una base operativa criminale a Bologna e in altri centri dell'Emilia Romagna.

12/01/2010
(modificato il 13/01/2010)
Parole chiave:
'ndrangheta - porto