"Catturandi" di Palermo: il grazie di Maroni e Manganelli

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Roberto Maroni depone una corona di alloro in memoria dei caduti"Un affettuoso grazie per l'impegno che negli anni permane e si consolida e rappresenta la professionalità di uomini straordinari". Lo ha detto Antonio Manganelli ieri mattina agli uomini della questura di Palermo. Il capo della Polizia che è stato questore del capoluogo siciliano ha ricordato anche ''il grande contributo fornito da Arnaldo La Barbera, oggi scomparso, che fu capo della Squadra mobile nel periodo delle stragi di mafia dell'inizio degli anni '90''.
Non sono mancati momenti di commozione in questura dove decine e decine di poliziotti si sono stretti attorno al loro Capo che ricordava gli anni passati e le operazioni di polizia compiute. Con Manganelli c'erano anche il vice capo della polizia Francesco Cirillo e il capo della Dac Franco Gratteri.

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, arrivato successivamente, ha deposto una corona di fiori in ricordo dei caduti. "Sono venuto a Palermo per incontrare gli uomini della mobile che hanno effettuato gli ultimi arresti per complimentarmi con loro e rendermi conto di persona degli strumenti, le modalità operative e le condizioni in cui operano". Lo ha detto il Ministro definendo tra, l'altro, la questura di Palermo "una Questura a cinque stelle".

Maroni e Manganelli si sono poi riuniti con il questore Alessandro Marangoni e successivamente hanno avuto un lungo incontro con il dirigente e gli uomini della sezione "Catturandi". In questa occasione il dirigente Mario Bignone ha raccontato in dettaglio il "cerimoniale" che segue la cattura di un latitante. È seguita la proiezione di un video della cattura di Raccuglia.

Dopo la visione del video che riassumeva le fasi più importanti dei due anni di indagini che hanno portato all'arresto del latitante il ministro Maroni ha aggiunto:"Per me è stato un incontro utile ed emozionante. Mi sono reso conto della passione che questi uomini mettono nel loro lavoro ma anche del lungo lavoro che c'è dietro un arresto".

Il numero due di "Cosa nostra" è stato catturato il 15 novembre dalla polizia, dopo quasi quindici anni di latitanza a Calatafimi, nel trapanese. Il boss 45enne era ricercato per mafia, omicidi, estorsioni, rapine; per questi reati aveva collezionato tre ergastoli tra cui quello per l'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, brutalmente sciolto nell'acido.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni il giorno dell'operazione aveva definito l'arresto di Raccuglia "uno dei colpi più duri inferti alle organizzazioni mafiose negli ultimi anni". Anche la popolazione di Palermo aveva manifestato soddisfazione per l'arresto del capo mafia radunandosi sotto la questura ad applaudire gli uomini della polizia.

- In collaborazione con Poliziamoderna. -

20/11/2009
(modificato il 15/12/2009)