Latina: 25 arresti nel clan Di Silvio

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Operazione "Alba pontina"

Ci sono anche 7 donne, di cui una a vertice del clan, tra le 25 persone arrestate questa mattina dagli uomini delle Squadre mobili di Latina e di Roma; 21 indagati sono finiti in carcere e 4 ai domiciliari.
Per tutti l’accusa è associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, violenza privata, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reati elettorali tutti aggravati dalle modalità mafiose. Per la prima volta riconosciuta dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma l'esistenza di un'associazione mafiosa locale insediata in provincia di Latina non legata a gruppi criminali siciliani, calabresi o campani.

La conferenza stampa

L'indagine

L’indagine, coordinata dallo Sco (Servizio centrale operativo), si è avvalsa anche delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e ha ricostruito l’organigramma e le numerose attività illecite del gruppo criminale, individuato in un ramo della famiglia rom dei Di Silvio, presente già da diversi anni nella provincia di Latina.

Dal forte legame familiare e con la partecipazione di criminali già legati in precedenza a gruppi rivali, il clan spendeva il nome dei Di Silvio, proprio come accade nelle organizzazioni mafiose, per amplificare l’intimidazione sia nelle estorsioni che nel traffico di droga.

Le estorsioni, molto spesso mascherate con operazioni di recupero crediti, venivano rivolte con modalità violente e vessatorie ad imprenditori e commercianti ma anche a numerosi professionisti, costretti a versare periodicamente grosse somme di denaro.

La sistematicità delle richieste estorsive rivolte anche a diversi avvocati del Foro pontino era diventata talmente preoccupante alla fine del 2016, da indurre i responsabili dell’odine degli avvocati a pubblicare una lettera a tutti gli iscritti, esortandoli a denunciare le richieste di denaro e a collaborare con le Forze di polizia.

Il modus operandi del clan ha mostrato molte similitudini con le mafie tradizionali anche in relazione alla capacità di gestione delle campagne elettorali di diversi candidati alle consultazioni amministrative del 2016 nei comuni di Latina e di Terracina.

Attraverso alcuni affiliati, infatti, il clan ha gestito la propaganda elettorale in favore di alcuni candidati, provvedendo dietro compenso all’affissione dei manifesti elettorali e in molti casi anche alla compravendita di voti; esponenti del clan hanno costretto, dietro minaccia, numerosi tossicodipendenti ad esprimere la propria preferenza in favore dei loro candidati alle elezioni comunali di Latina.

Dalle rivelazioni del collaboratore di giustizia, infatti è emerso che il clan riusciva a monopolizzare la propaganda di molti candidati, spesso imponendo i propri servizi altre volte vendendo i consensi degli elettori residenti nelle zone della città che cadevano sotto il loro controllo.

Tra gli episodi estorsivi praticati dalle donne del gruppo criminale è particolarmente significativo quello commesso ai danni della titolare di un negozio di casalinghi, peraltro in stato di gravidanza, da cui pretendevano di appropriarsi della merce a proprio piacimento, corrispondendo un prezzo del tutto arbitrario, e di gran lunga inferiore a quello effettivo.

Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche numerose perquisizioni con l’impiego dei cinofili e con sofisticate strumentazioni per l’individuazione di luoghi per l’occultamento di armi e stupefacenti.

Per l'operazione di questa mattina sono stati impegnati oltre 250 uomini della Polizia di Stato.

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Olivia Petillo

12/06/2018
Parole chiave:
mafia - latina - estorsione - droga - intimidazione - rom - Roma